note

Questo formato storia multimediale utilizza video e filmati audio. Si prega di assicurarsi che gli altoparlanti siano accesi.

Con la rotella del mouse o le frecce sulla tastiera verrà visualizzata la pagina successiva.

scorrendo verrà visualizzata la pagina successiva

si parte

Cartoline da Torino

logo https://stories.swissinfo.ch/cartoline-da-torino

Un reportage fotografico di Davide Tisato
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio
Il 10 marzo, la solitamente pulsante Torino, si risveglia silenziosa. A causa del COVID-19 viene imposto il confinamento su tutto il territorio nazionale. Nell’aria si percepiscono paura e incertezza. Cosa succederà nelle prossime settimane? Non è solo il rapido aumento dei contagi e dei decessi a preoccupare la popolazione. Molti non potranno più lavorare a partire dal 10 marzo. Secondo le indagini ISTAT nel 2018 il 20,3% delle persone residenti in Italia (circa 12'230 milioni) era a rischio di povertà. Ciò significa che nell’anno precedente all’indagine hanno ricevuto un reddito netto mensile inferiore a 842 €. Questa parte della popolazione nazionale non avrà quindi tanti risparmi per sopravvivere a lungo senza lavoro. Persino i proprietari di aziende e imprenditori sono preoccupati. Non è ancora chiaro se gli aiuti promessi dallo Stato arriveranno in tempo e saranno sufficienti.

vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
Non c'è quasi nessuno per strada. Si può uscire solo per comprare cibo o medicine, per portare a spasso il cane e per andare al lavoro. Nei primi giorni del confinamento, i supermercati sono invasi e si fanno acquisti di massa in preda al panico. Poiché uscire di casa aumenta il rischio di contagio, Giulia compra il più possibile. Con uno zaino pieno e due borse della spesa ha abbastanza provviste per poter rimanere a casa per qualche giorno. La gente non solo ha paura di contagiarsi mentre fa la spesa, ma teme anche una possibile carenza di cibo nei giorni a venire.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
Non tutti possono restare a casa. Molti senzatetto si sono accampati nei portici di Torino. Anche se in questi giorni i vicini vengono più spesso del solito a portare coperte o un piatto di pasta calda, sono in pensiero. Lo Stato non si preoccupa della loro salute. Di tanto in tanto la polizia appare per controllare. Nei primi giorni veniva loro persino detto di andare a casa. "Ma dove dobbiamo andare? Questa qui è la nostra casa!" dice Francesco indignato.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
Poiché la casa della famiglia di Gloria e Marco è su ruote, sono autorizzati a muoversi con essa. Tuttavia, è severamente vietato uscire all'esterno, a meno che non sia per la veloce spesa quotidiana. Chi non rispetta le rigide regole del confinamento rischia una multa di almeno 206 euro. La vita familiare per cinque persone in un camper angusto sta diventando insopportabile. I tre bambini piccoli sono abituati a giocare all'aperto. Non è più possibile per Marco e Gloria guadagnare dei soldi con piccoli lavori occasionali. Per poter comprare abbastanza cibo, sono costretti a mendicare dalla finestra.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
 Il 22 marzo, un decreto vieta alle persone di lasciare il comune in cui si trovano in quel momento. È addirittura proibito tornare alla propria residenza. Questa misura viene adottata per prevenire la diffusione del virus e le sue conseguenze fatali nelle regioni meno colpite. Solo per motivi di lavoro o di salute è consentito attraversare i confini comunali. Uno dei pochi lavoratori in giro aspetta da solo il treno regionale per Chivasso.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
Quella per la morte è una quiete ma costante paura. Il 27 marzo, il Piemonte conta 120 decessi causati dal COVID-19. Più di 390 nuove infezioni sono state registrate. La tendenza è in aumento per entrambe le cifre. Il sistema sanitario sta collassando. A causa della situazione attuale, non si tengono più rituali funebri e le vittime del virus vengono cremate e sepolte il prima possibile senza la presenza dei propri cari.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
I rider di Torino devono continuare a lavorare nonostante il confinamento. A causa del minor numero di consegne i salari calano drasticamente. La paura di infettare se stessi o un cliente con il COVID-19 è grande. Protestano durante la trasmissione diretta del telegiornale regionale chiedendo al governo che il loro servizio venga fermato immediatamente e che siano sostenuti con le stesse misure come altri lavoratori autonomi. Nel caso in cui il loro lavoro verrà considerato un’attività essenziale da parte del governo, pretendono che sia formalmente riconosciuto come tale quindi retribuito adeguatamente.  
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
L'ospedale Amedeo di Savoia era destinato alla chiusura prima della pandemia. I 50 posti letto che si potevano recuperare, ora sono dedicati a pazienti COVID-19. L'accesso all'ospedale è bloccato e vengono effettuati dei severi controlli su chi entra ed esce dall'edificio. Il personale medico lavora da giorni senza sosta. L'ospedale dimenticato è diventato un luogo fondamentale per combattere l'emergenza sanitaria in Piemonte.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
Secondo uno studio della D.i.R. (Donne in Rete contro la violenza), nel primo mese del confinamento, le richieste di aiuto dovute alla violenza domestica di genere sono aumentate del 75% rispetto alla media mensile dell'anno precedente. Un dato che conferma quanto la convivenza forzata abbia ulteriormente esasperato situazioni di violenza che tante donne stavano vivendo già da prima.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
Niccolò non ce la fa più a rimanere nell'appartamento dopo cinque settimane di confinamento. Quando gli viene l’ansia esce a fare un giro con lo skateboard. Se la polizia lo ferma, dice che va a comprare del tabacco. Nel marzo 2020, la rivista scientifica The Lancet ha pubblicato uno studio sugli effetti psicologici del confinamento dovuto al COVID-19. Secondo lo studio, un confinamento che cambia radicalmente le nostre abitudini, può avere conseguenze psicologiche negative. I fattori di stress più frequentemente citati sono la paura di contagio, la frustrazione, l'insonnia, la noia, l'assistenza inadeguata, la mancanza di informazioni, la mancanza di contatti sociali e le perdite finanziarie.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
All'alba, la gente è già in coda all'ingresso posteriore dell’imponente edificio della potente banca torinese "Intesa San Paolo". Un'ora prima dell'apertura, ci sono già più di 30 persone aspettando in fila. Stanno disperatamente impegnando i loro tesori personali, sperando di poter resistere alle attuali difficoltà economiche con un prestito ricevuto dalla banca. La somma di denaro prestata dalla banca corrisponde a circa il 75% del valore reale degli oggetti impegnati. Questo prestito deve essere rimborsato entro sei mesi con un tasso d'interesse del 6,5%. In caso contrario, l'oggetto dato in pegno sarà messo all'asta. All'ingresso del vicolo c'è un uomo che promette alla gente un affare migliore della banca per i loro beni.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
Il tempo sembra essersi fermato durante il confinamento in vigore dal 10 marzo. Molti hanno smesso di contare i giorni e le settimane. Fortunatamente, da metà aprile, i nuovi contagi sono in calo a livello nazionale. Con loro, in alcuni casi, anche il timore di ammalarsi di COVID-19. Sembra che il peggio sia passato, almeno in termini sanitari. Anche se le sanzioni per le violazioni del confinamento sono salite ad almeno 400 euro a persona, la primavera sta attirando la gente in strada. Alcune famiglie con bambini rischiano una passeggiata lungo le rive poco controllate del Po, che costeggiano il centro città piuttosto benestante.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
La situazione non è così tranquilla in tutte le parti della città. Sotto i fischi e le grida dei vicini affacciati alle finestre, sei passanti sono stati arrestati violentemente per non aver rispettato il confinamento. In seguito, i residenti hanno occupato la strada per esprimere la loro rabbia e disperazione con un megafono. Le tensioni tra le forze dell'ordine e parte della popolazione urbana sono in aumento. La situazione economica di molti residenti sta diventando sempre più precaria.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
A differenza dell'assistenza spesso inadeguata fornita dallo Stato, la solidarietà tra la popolazione urbana è in crescita. I cestini sono appesi a diversi balconi con il messaggio: "Chi può, metta. Chi non può, prenda". Molte persone si vergognano di chiedere aiuto. Questo sistema garantisce il loro anonimato. L'iniziativa proviene da Napoli e si è rapidamente diffusa in altre città d'Italia.
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio

vai alla prima pagina
Proteste spontanee o manifestazioni organizzate stanno aumentando. Vengono però immediatamente soffocate dalle Forze dell’Ordine. Forse lo Stato teme che tali scintille possano provocare un conflitto sociale più ampio. Gli interventi, spesso violenti, da parte delle Forze dell'Ordine vengono filmati dai balconi e dalle finestre e diffusi sui social media.
vai alla prima pagina
vai alla prima pagina
0:00
/
0:00
avvio audio
La curva dei contagi diminuisce di giorno in giorno. Il 4 maggio inizia la cosiddetta Fase 2, in cui il confinamento viene gradualmente allentato e il Governo italiano cerca lentamente di riportare il paese alla "normalità". Ma ha senso tornare alla "normalità" quando è proprio questa che ha preparato il campo agli effetti catastrofici del virus del Sars-Co2? I tagli al Sistema Sanitario Nazionale sono in parte responsabili dell'elevato numero di decessi avvenuti in Italia. Un gruppo di scienziati della SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale) ha scoperto che le particelle di polveri sottili non fanno solo da vettori per il virus, ma permettono la sua stessa sopravvivenza nell'aria per varie ore. Uno dei fattori che ha contribuito alla diffusione pandemica del virus nel Nord Italia è quindi molto probabilmente legato all'inquinamento dell'aria causato dalle polveri sottili. Forse avrebbe più senso mettere in discussione criticamente i nostri sistemi di produzione e le nostre strutture sociali, al fine di generare cambiamenti, piuttosto che tornare alla "normalità".

vai alla prima pagina
scorrere per continuare a leggere Swipe to continue
strisciare a continuare